RAAI Registro Attrici Attori Italiani a Venezia: “La realtà denunciata ieri da Favino ha radici nel sistema italiano, dove gli attori andrebbero valorizzati per essere competitivi. Proponiamo ARPA, un coordinamento Autori, Registi, Produttori, Attori per riforme di sistema”

Oggi, 3 settembre 2023, abbiamo preso parte come RAAI Registro Attrici Attori Italiani all’evento “Dichiarazione dei cineasti. Atto II”, organizzato all’Italian PavillionHotel Excelsior del Lido di Venezia nel contesto della Mostra del Cinema da Anac (Associazione nazionale autori cinematografici), 100Autori e WGI (Writers Guild Italia), per la prima volta insieme alle associazioni di autori francesi SRF (Société des Réalisatrices et Réalisateurs de Films) e ARP (Société civile des Auteurs Réalisateurs Producteurs), in solidarietà allo sciopero di sceneggiatori e attori americani e per rilanciare la “Déclaration des cinéastes”, manifesto dibattuto a maggio a Cannes dagli autori francesi con colleghi di tutto il mondo e firmato da oltre 700 autori internazionali.

Presenti all’incontro moderato dal presidente dell’Anac Francesco Ranieri Martinotti, tra gli altri, Marine Francen, regista e sceneggiatrice francese, Radu Mihăileanu, regista francese di Train de vie e Il concerto, Nawja Najjar, regista e sceneggiatrice di Eyes of a thief candidato per la Palestina all’Oscar, Giacomo Durzi, nel direttivo dei 100Autori, Giorgio Glaviano, presidente di WGI, Roberto Ciccutto, presidente della Biennale di Venezia e produttore e Giorgio Gosetti, delegato generale delle Giornate degli Autori. Intervenuti in video messaggio anche Marco Bellocchio, Cédric Klapisch, regista francese de L’appartamento spagnolo e La vita è una danza, et Howard A. Rodman, Vicepresidente della Writers Guild of America.

La nostra battaglia non riguarda solo la difesa del cinema o della cultura. È una battaglia sociale e di civiltà, un momento cruciale della nostra storia. Il nostro ruolo è quello di offrire ai cittadini punti di vista liberi e molto diversi sul mondo, non opere standardizzate, che presto saranno create dall’IA, restringendo la nostra capacità di comprendere un mondo complesso” ha dichiarato Francesco Ranieri Martinotti.

L’IA come strumento al servizio dell’uomo, sì, ma l’IA come padrone dell’uomo, no, e padrone del pensiero, mai!“, dichiara Radu Mihaileanu, Vicepresidente dell’ARP.

Diritto d’autore e diritto dell’interprete esecutore sono due facce della stessa medaglia. Autori e attori – come mostrano anche gli scioperi in America – sono “nella stessa barca” e sarebbe importante che anche in Italia ci muovessimo in costante sinergia, come sta accadendo qui oggi”, ha detto Raffaele Buranelli, presidente del RAAI Registro Attrici Attori Italiani, per il quale erano presenti anche Karin Proia, Emanuela Grimalda e Claudio Botosso.

Ha rilanciato poi: “Cogliamo l’occasione per lanciare una proposta: avviare, in Italia, un coordinamento Autori, Registi, Produttori indipendenti, Attori, che potrebbe avere appunto l’acronimo ARPA – e l’assonanza con l’ARP francese non può che essere ben augurante – per l’elaborazione comune e la convergenza su riforme di sistema che armonizzino, come un’arpa, appunto, gli interessi di tutti”. La proposta ha trovato positiva accoglienza.

Ha concluso poi Buranelli: “Ieri Pierfrancesco Favino ha detto: “C’è un disprezzo per gli attori italiani” riferendosi alla scelta di un attore americano per interpretare Ferrari, mettendo in evidenza un fatto reale, di sottostima degli attori italiani, che affonda però le radici proprio nel nostro sistema produttivo e culturale. Si continua infatti, in Italia, a non riconoscere le dinamiche specifiche del mestiere degli interpreti esecutori, escludendoli quasi sempre dalle tutele sociali, ostacolando così la professionalità. Anche l’ultima indennità di disoccupazione appena approvata e derivante dalla Legge delega del Governo non prevede l’inclusione degli attori. Con una battuta, che tanto battuta non è, l’Intelligenza Artificiale ci sta permettendo di far agire sullo schermo perfetti cloni. Ma, privati dei diritti, in Italia gli attori rischiano già di essere dei “cloni”. Invitiamo tutte le parti sociali a riflettere sul fatto che, svilendo le categorie degli artisti e dei creativi, si sviliscono di fatto le opere, l’intero sistema e la rappresentazione del Paese e della Cultura.

Leggi qui l’intervento intero del RAAI.

da sinistra, Raffaele Buranelli, Nawja Najjar, Giacomo Durzi, Claudio Botosso, Emanuela Grimalda, Karin Proia, Francesco Ranieri Martinotti, Giorgio Glaviano