
10 Mag Nuovo Imaie: “Registro Attori è la prima misura indispensabile. Criteri oggettivi già condivisi con la categoria”
“Rispetto alla Legge delega 106/2022, che ha introdotto nella normativa italiana una serie di criteri e una serie di tutele e garanzie che consentirebbero al nostro settore di fare un vero salto di qualità, al Nuovo Imaie stanno particolarmente a cuore due proposte, due misure fondamentali. La prima è quella dell’istituzione dei Registri nazionali delle professioni dello spettacolo, e ci riferiamo in particolare al Registro Attori professionisti e magari ad un omologo Registro degli artisti professionisti del settore musicale. Noi pensiamo che attraverso questo strumento si possa sanare un vulnus che c’è da sempre nelle categorie che noi rappresentiamo”. Così, il direttore generale dell’Istituto Nuovo Imaie, Maila Sansaini, intervenuta il 2 maggio scorso in audizione presso le Commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera, in merito alla Risoluzione Mollicone 7/00083 in favore dei lavoratori dello spettacolo.
La dott.ssa Sansaini, era stata preceduta e introdotta dall’avvocato Andrea Miccichè, presidente del Nuovo Imaie, la maggiore collecting italiana e tra le più grandi al mondo, il quale, dopo aver manifestato il sostegno dell’Istituto da lui presieduto alla Risoluzione Mollicone sottolineando come il problema che questa affronta è, oltre che giuridico, di carattere politico a causa della situazione di estrema difficoltà dei lavoratori dell’intero comparto, ha passato poi la parola al direttore generale “per illustrare due proposte concrete che l’Istituto Nuovo Imaie caldeggia da anni“.
Proseguiva la dott.ssa Sansaini: “Gli attori e i musicisti non sono inquadrati in una fattispecie di categoria lavorativa, perché non possono beneficiare di quelle che sono le caratteristiche dei cosiddetti lavoratori autonomi professionisti né di quelle che sono le tutele invece dei lavoratori subordinati. Sono un ibrido, perché vengono considerati come dei professionisti dal punto di vista fiscale, però non godono effettivamente delle tutele delle categorie professionali, quindi delle loro casse e dei sistemi di assistenza che hanno i liberi professionisti. Nel momento in cui sono ingaggiati diventano lavoratori subordinati e quindi sono assoggettati a una serie di tutele e discipline diverse. Tuttavia non hanno un’assistenza, non hanno un’indennità, non hanno una malattia o una maternità, non hanno tutto un sistema di assistenza e previdenza che invece hanno veramente i lavoratori subordinati. Quindi pensiamo che, per consentire effettivamente che dalla prestazione artistica si abbia una adeguata ridistribuzione del reddito, anche in ragione del nuovo sistema produttivo che è stato introdotto dalla tecnologia, si debba poter diversificare i servizi minimi di assistenza tra i professionisti e i non professionisti.
Per quello che riguarda gli attori, già nella precedente legislatura ci sono stati diversi disegni di legge depositati da vari gruppi parlamentari che introducevano dei criteri oggettivi, già condivisi con la categoria, che distinguevano la prestazione occasionale di un artista da una prestazione invece professionale. Chiaramente per le categorie artistiche non si può parlare di Albo, perché ci sarebbe violazione costituzionale, essendo tutti i cittadini liberi di esprimersi, quindi di recitare, cantare, suonare e di essere remunerati per questo.
La differenza nel sistema produttivo non va fatta tanto tra il grande e il piccolo, dove spesso è il piccolo a pagare le conseguenze. Noi pensiamo che la differenza, per un sistema che effettivamente funzioni meglio, sia tra la “professionalità” e la “professionalità ancora non acquisita“. Attraverso questo strumento, con un Registro, effettivamente potremmo, sia noi come collecting ma penso anche a tutti gli interventi pubblici o anche agli interventi privati, distinguere e concentrare le energie su quello che è il premiare una professionalità e una categoria. Questo Registro poi diventerebbe indispensabile anche per l’altro elemento che sarebbe la rivoluzione portata in questo Paese, che è l’introduzione della così detta “indennità di discontinuità” sulla base di quello che è il modello francese. (…) La discontinuità è uno strumento che potrebbe premiare gli artisti professionisti, quindi iscritti al pubblico Registro”.
Concludeva ancora Sansaini: “Vogliamo chiedere al Parlamento di aiutare il Governo a cominciare ad emanare i decreti attuativi, per far sì che tutte queste innovazioni diventino realtà rispetto a una fragilità enorme degli artisti italiani“.
Qui il link all’audizione del Nuovo Imaie, che segue quella dell’avvocato Murineddu.