01 Mag 1° maggio: 3 anni di Registro Attrici Attori Italiani. Uno sguardo indietro e molti avanti
Primo maggio 2020: è la data sul documento fondante del movimento Registro Attrici Attori Italiani. Una data scelta non a caso, quella della festa dei lavoratori.
Eravamo in lockdown da quasi due mesi. Le prime tra quelle settimane surreali erano servite a molti di noi a realizzare che quello che avevamo considerato il nostro lavoro chi per dieci, chi per venti, chi per trenta e chi per ancora di più… era un lavoro di fatto non conosciuto e non riconosciuto dallo Stato. Quello a cui per decenni avevamo versato contributi, IVA, tasse come ogni altro lavoratore, con la differenza, però, che a noi come tutele, ammortizzatori, malattia, disoccupazione, maternità, pensione non era quasi mai o proprio mai tornato indietro nulla. Non è un caso, infatti, che l’Enpals avesse un attivo di quasi 4 miliardi quando fu assorbito dall’Inps nel 2011 e che l’ex-Enpals genera tutt’ora un attivo di circa 300 milioni l’anno. Anche i sindacati si erano messi di taglio: “se non hai almeno 30 contributi nell’anno precedente non sei un attore”. E tutti a spiegare: “Ma guarda che lavoro da trent’anni e solo nel 2019 non è andata così bene… ma guarda che gli attori vivono anche di diritti di replica e di diritti d’immagine, che non generano giornate contributive… e un ruolo in un film lo fai anche in 6, 4, 3, 2 giornate, anche talvolta un giorno… guarda che agli attori non vengono riconosciuti i giorni di preparazione, di prove col regista, trucco, costumi… non vengono riconosciuti i giorni di doppiaggio né quelli di promozione di un film o uno spettacolo… insomma per vederti accreditati 7 giorni, di fatto ne lavori 30… Ma guarda che a qualsiasi attore professionista del mondo capita di fare tre film un anno e zero il successivo”. Niente da fare. Migliaia di professionisti rimasti senza un euro di sussidio. Perché non contava nulla quello avevamo fatto per dieci, venti, trent’anni o ancora di più. Contava solo quello che avevamo fatto nel 2019.
Bene, quello chock, quella presa di coscienza di esercitare una professione di fatto non conosciuta, ci mise al telefono. Decine, centinaia di telefonate a colleghi. Un tam tam di messaggi e telefonate dilagò dalle Madonie alle Alpi. “Dobbiamo definirci, censirci”, “Dobbiamo creare un Registro dei professionisti”, “Non è possibile che lo storico non conti nulla” e così via.
I parametri di professionalità vennero sintetizzati tra centinaia di colleghi e sottoscritti in pochi giorni da duemilacinquecento professionisti. Furono presentati a parlamentari che accolsero l’istanza di riconoscimento e la trasferirono in una proposta di legge, che confluì poi, insieme ad un’altra presentata da altri parlamentari qualche mese dopo su quella e su altre istanze da noi elaborate nel frattempo, nella legge delega del Governo approvata a luglio 2022.
In questi tre anni abbiamo costruito il portale raai.it, in cui stiamo trasferendo tutte le registrazioni ricevute vecchie e nuove, vagliandole con attenzione. Un portale a disposizione delle Istituzioni e degli addetti ai lavori che vogliano operare ricerche avanzate di attrici e attori professionisti sul territorio nazionale. Abbiamo inoltre preso parte a consultazioni e audizioni per tutte le proposte di legge di settore, dialogato con molte associazioni di settore e cercato il dialogo con altre, adottato il metodo del “Tavolo aperto di categoria” per essere sempre in ascolto delle esigenze di tutti i colleghi a prescindere che fossero o meno registrati e/o associati. Perché è proprio questo che ci sta a cuore: non creare un’associazione il cui direttivo finisce per rappresentare solo sé stesso. Tante volte in passato abbiamo assistito a questa prassi, non solo per la nostra categoria, con risultati sotto gli occhi di tutti. Abbiamo anche dialogato con le confederazioni sindacali, che hanno recentemente avviato un tavolo con la parte datoriale per il primo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per gli interpreti di Audiovisivo, su una piattaforma di richieste che desta qualche preoccupazione.
Tra molte cose giuste, infatti, non condividiamo che si stiano chiedendo paghe minime più basse che in tutti gli altri Paesi europei. Oltretutto dividendole in tre fasce di ruolo, come nessun altro in Europa a parte la Spagna, che rischiano di “ingabbiare” le paghe sotto i minimi della fascia superiore.
Il Registro Attrici Attori è nato e lavora costantemente per questo: per far riconoscere e conoscere alle parti sociali, che negli ultimi decenni hanno dimostrato di non conoscerlo e non rispettarlo svilendone sempre più il ruolo, senza preoccuparsi tra l’altro di come ciò incida poi nel risultato finale, un mestiere tanto bello quanto difficile, da ogni punto di vista, come sa davvero solo chi lo fa.
Buon terzo compleanno al Registro Attrici Attori.
E grazie di cuore a tutti coloro che vi si impegnano e lo sostengono, nell’interesse di tutti.